Vivere a Minorca, dove tutto scorre lento!

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Alessandro, un italiano nato a Verona, si trasferisce a Maiorca nel 2014! La natura, il mare e lo stile di vita lo hanno stregato!

Intervista ad Alessandro: un italiano che vive a Minorca

Ciao Alessandro, è un piacere poter parlare con te e conoscere la tua esperienza a Minorca. Iniziamo subito chiedendoti perché Minorca?

Premetto, vivo e lavoro in questa piccola isola delle Baleari da diversi anni dopo essere nato e aver abitato per circa 45 anni a Verona, una bellissima città del nord Italia che però ha subito, come tante altre città italiane, un drastico peggioramento della qualità di vita. Ma a prescindere da questo la risposta alla domanda è: perché Minorca è un piccolo paradiso nel cuore del mediterraneo che, ancora poco conosciuta dal turismo di massa, lotta intelligentemente per conservare il suo mare, il suo territorio e il suo ecosistema e lo fa grazie all’aiuto e il coinvolgimento di tutta la popolazione. Qui a Minorca le regole vengono rispettate. Le regole del vivere civile. Ci si ferma sulle strisce pedonali, si gettano le carte nei cestini, si rispettano gli anziani, non si imbrattano i muri e sono pochissimi gli episodi di criminalità. Direi quasi nulli. Ecco, un altro motivo che mi ha spinto a trasferirmi a vivere definitivamente a Minorca è proprio il senso di sicurezza che si respira.

Di che cosa ti occupi?

Sono un piccolo web editor (www.latitudine40.com). Creo e gestisco direttamente una ventina di portali verticali. I più famosi sono il magazine dedicato a chi sogna di cambiare vita www.voglioviverecosi.com (1 milione di lettori l’anno) e la guida di Minorca www.isoladiminorca.com (300.000 lettori l’anno).

Perché hai scelto Minorca?

Per tre ragioni: il mare e la natura meravigliosi, la sicurezza e l’efficienza dei servizi.

Quando ti sei trasferito e perché?

Definitivamente nel 2014 e per amore. Amore di un posto che appena conosciuto mi ha fatto perdere la testa al punto di pianificare il trasferimento qui. La cosa ovviamente è stata possibile grazie al mio lavoro. Il web ti premtte di poterti trasferire ovunque esista un buona connessione.

Hai avuto altre esperienze all’estero precedentemente?

Di studio diverse. Sono stato a Santander, negli Stati Uniti e diverse volte in Inghilterra.

È stata una scelta difficile?

Per certi versi si. Soprattutto in inverno quando soffia il vento di tramontana e i collegamenti per l’Italia scarseggiano. Ma ci si abitua, e ci sono tanti altri positivi come la tranquillità e il silenzio

Ti manca l’Italia?

No, al punto che ci torno molto raramente. Una decina di giorni a Natale e non di più.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto seriamente pensando di aprire un piccolo Hotel de Interior (una sorta di boutique hotel) a Mahon. Ho comprato una casa nel centro della città da ristrutturare completamente. Ma ho finito i fondi. Ci vorrebbe un socio. Vediamo cosa succederà.

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

Qui tutto è molto raccolto. I rapporti umani sono più diretti e meno opportunistici. Si riscoprono i valori dell’amicizia e della solidarietà. E poi, per me che sono fondamentalmente un pigro, l’idea che per raggiungere il posto più distante da dove vivo ci voglia massimo mezz’ora bè, ha i suoi vantaggi.

 Vuoi dare qualche consiglio agli italiani che ti stanno leggendo?

Si, prima di partire informatevi. Raccogliete, pareri, punti di vista. Insomma, tutto quello che può esservi utile per prendere una decisione ponderata. E seconda cosa: ricordatevi che se partite con qualche problema, quel problema non scomparirà miracolosamente anche se andrete a vivere e lavorare in un posto meraviglioso. Prima o poi ricomparirà. Quindi la cosa migliore è fare in modo di risolverlo. E poi partire.

Grazie mille Alessandro per questa intervista!

Se anche voi volete trasferirvi all’estero scriveteci all’indirizzo email [email protected]! 

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