Lea e il suo Progetto Leonardo a Barcellona

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Abbiamo intervistato Leonarda, per tutti solo Lea. Ha 28 anni e vive a Barletta. A Gennaio si e’ laureata in Lingue e Letterature Straniere. Grazie al Progetto Leonardo sta avendo la possibilità di svolgere uno stage nel campo dell’euro-progettazione a Barcellona. Non è la sua prima esperienza all’estero poiché già tre anni fa con il Programma Erasmus ha potuto studiare a Sofia presso la Balgarska Akademia na Naukite. Grazie ai progetti europei di mobilità, ha avuto la possibilità di sentirsi ancora più parte della Comunità Europea e decisamente cittadina del mondo.

Ecco la sua intervista.

Ciao Lea, ci puoi dire in che modo pensi che la realtà spagnola sia diversa da quella italiana?

Non posso descrivere la realtà spagnola in generale. Vivo a Barcellona che è il cuore della Catalunya e posso dire che qui si percepisce il senso di identità legata alla lingua e quindi alla cultura della propria terra. In Italia mi è capitato di incontrare gente dalle mie parti che quasi si vergognava di far sentire la propria cadenza. Qui c’è sicuramente un desiderio di valorizzare le proprie radici, il che è certamente legato alle vicende storiche della Catalunya.
Quali sono le differenze nel mondo lavorativo?
Trovo che il mondo lavorativo sia nettamente differente: in generale è meno formale, tutti si danno del “tu” e si chiamano per nome. Gli orari sono più comodi, si inizia a lavorare alle 10 (ma forse questo è legato anche alle enormi distanze…).
Qual è il tuo luogo preferito di Barcellona?
Adoro il Parc de Montjuïc. La vista che si gode da lì è spettacolare. Chi ama l’arte e la natura, come me, sarà sicuramente accontentato avendo la possibilità di visitare lo splendido Museo Nazionale di Arte Catalana (MNAC) e allo stesso tempo essere immersi nella rigogliosa natura mediterranea del Parco. Barcellona non è certamente economica, essendo una città turistica. I mezzi di trasporto sono piuttosto cari ma il prezzo è compensato dall’efficienza.
Cosa cambieresti della Spagna? E dell’Italia?
Vorrei che in Italia predominasse davvero il concetto di meritocrazia e che venisse data più fiducia ai giovani e si incentivassero le loro idee. Per quello che ho potuto vedere, della Spagna cambierei l’abitudine a non risolvere subito i problemi ma a dilazionarli nel tempo.
Che consiglio daresti a chi vorrebbe partire?
Io sono dell’idea che andare all’estero sia utilissimo, apre la mente a nuovi orizzonti. Tuttavia, penso che sarebbe una ricchezza immensa se una volta acquisite determinate conoscenze all’estero si decidesse di tornare nella propria terra d’origine per mettere le proprie idee a disposizione della crescita del proprio paese.

Cristiano Prudente

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