Abbiamo intervistato Daniele Pellicciotta , 37 anni, che vive in Spagna dal 2005. Si e’ laureato in Scienze della Comunicazione a Bologna, e, pur essendo un marchigiano DOC, anni fa ha deciso di provare a trasferirsi all’estero per cercare lavoro; una vera e propria avventura che lo ha arricchito personalmente e professionalmente.
Ciao Daniele come ti è stato possibile trasferirti in Spagna?
Ciao a tutti, sono arrivato nel sud della Spagna un po’ per caso, aggregandomi ad un gruppo di amici in viaggio. Una volta arrivato a Malaga, con pochi giorni di vacanza ancora a disposizione, ho preso la decisione di prolungare il soggiorno per vedere se c’era la possibilità di fare qualcosa dal punto di vista lavorativo. La prospettiva di vivere in una città nuova, sul mare e con un clima invidiabile tutto l’anno mi ha poi convinto a “buttarmi”, per cui, dopo aver risolto alcune questioni rimaste in sospeso in Italia ed essermi informato sui dettagli burocratici, sono partito, questa volta con un biglietto di sola andata.
Di cosa ti occupi precisamente?
Da qualche anno lavoro per la pagina web www.affittivacanze-spagna.it, un portale dedicato all’affitto di case vacanze in ogni angolo di Spagna. Mi occupo di marketing per il mercato italiano e di produzione di contenuti informativi per i viaggiatori.
Ci puoi dire in che modo pensi che la realtà spagnola sia diversa da quella italiana?
In realtà, come è facile immaginare, ci sono prima di tutto molte similitudini. Entrambi i Paesi condividono delle radici culturali mediterranee che vengono fuori ad ogni occasione: nel modo di stare insieme, nella passione messa nel fare le cose, nell’amore per gli aspetti più “umani” della vita; anche in Spagna è, per fortuna, diffusa la consapevolezza del fatto che ci sono molte cose alle quali è necessario dedicare tempo ed energie a parte del lavoro ed i soldi.
Per quanto riguarda le differenze, quella che mi ha colpito di più, soprattutto considerando le somiglianze caratteriali di cui parlavo, è la minore animosità nei rapporti interpersonali; personalmente mi sembra che ci sia meno conflitto, meno polemiche, molte meno critiche inutili alle opinioni ed alle azioni altrui che da noi.
Dall’altra parte, credo che in Italia si respiri in generale un’atmosfera un po’ più dinamica e propositiva che in Spagna, soprattutto nella sfera sociale e lavorativa, anche se devo ammettere che negli ultimi anni ho visto dei cambiamenti sotto questo aspetto.
In quanto tempo hai imparato lo spagnolo?
In realtivamente poco tempo. Sono arrivato senza sapere una parola, ed in 3-4 settimane ero più o meno in grado di farmi capire in conversazioni strettamente banali. Italiano e Spagnolo sono naturalmente molto simili; in molte situazioni, se non si conoscono bene lessico e grammatica, è sufficiente parlare lentamente in Italiano, il vostro interlocutore capirà il senso di cosa dite nove volte su dieci. Proprio per questo, più che studiare, credo sia utile scendere in strada e parlare il più possibile; gli spagnoli non sono sicuramente persone fredde ed introverse, per cui non vi mancheranno occasioni per scambiare qualche parola.
Come vengono visti gli italiani in Spagna?
Premesso che la reputazione del nostro Paese mi sembra deteriorarsi ogni giorno di più a causa dei ben noti guai politici che ci affliggono, direi che l’opinione che gli spagnoli hanno dell’Italia è in genere positiva. C’è attenzione a quello che succede nella nostra penisola e rispetto per le caratteristiche che ci hanno reso famosi, nel bene e nel male, all’estero: passione, creatività, carattere.
Che consiglio daresti per chi vuole trasferirsi in Spagna?
Di non aspettare!
Cristiano Prudente